Quali interventi prevengono l'ingresso degli anziani nelle RSA?
19/01/2024Quanto sono efficaci gli interventi farmacologici e non farmacologici nel prevenire l’inserimento in RSA degli anziani con e oltre i 65 anni di età?
Tale quesito, che da tempo rappresenta un tema di interesse per i programmi di salute pubblica, è divenuto oggetto di una rinnovata attenzione in seguito al periodo pandemico; e ciò per questioni sia di spesa pubblica, sia di interesse verso i desideri degli anziani, la cui preferenza è poter invecchiare al proprio domicilio.
Nell’ultimo cinquantennio la letteratura scientifica a disposizione fa riferimento alla valutazione di efficacia di singoli interventi sull’istituzionalizzazione; al contrario, risulta più difficile, per il loro elevato numero, avere una sintesi dell’efficacia di vari tipi di intervento nel prevenirla.
In questo articolo, What interventions keep older people out of nursing homes? A systematic review and meta-analysis, un gruppo di ricercatori provenienti da diverse università degli Stati Uniti si pone l’obiettivo ambizioso di dare risposta al quesito di partenza mediante una revisione sistematica e una metanalisi.
La revisione è stata effettuata nel marzo 2022, selezionando in base a tre criteri di inclusione (ingresso in RSA; metodologia randomizzata controllata; campione di persone anziane) gli abstract degli studi ritenuti eligibili tra quelli presenti nei principali database di articoli medicali (MEDLINE, EMBASE, PsycInfo, CINAHL e la Cochrane Library).
La procedura per la revisione sistematica e per la metanalisi (puntualmente descritte nell’articolo, al quale si rimanda per l’approfondimento metodologico), si è conclusa con la selezione finale di 283 studi. Essi hanno riguardato 203.735 anziani, con un’età media di 78 anni e in percentuale maggiore donne (60%). Tra le principali caratteristiche degli studi selezionati troviamo che i due terzi sono stati condotti fuori dagli USA, la valutazione degli interventi erogati è avvenuta con modalità face-to-face e la durata dei follow-up è di 1-3 anni.
Quasi il 15% degli studi facevano riferimento a campioni di anziani con esperienze precedenti in RSA, anche se oltre i tre quarti delle indagini non distingueva se l’istituzionalizzazione fosse temporanea o meno o a scopo di riabilitazione.
La metà degli studi considerava l’ingresso in RSA il principale esito dello studio.
Le tipologie di intervento valutate hanno riguardato:
- gli interventi domiciliari (programmi che prevedevano visite e fornivano servizi in sostegno alle persone anziane a domicilio)
- stroke unit e riabilitazione
- interventi multi-azione
- interventi di case management.
In sintesi sono emerse tre macro-categorie di intervento con effetti potenzialmente preventivi sull’ingresso in RSA:
- l'assistenza geriatrica specialistica (ad esempio, unità di degenza che offrono una valutazione geriatrica completa e pianificazione/supporto dell'assistenza, spesso gestiti da team multidisciplinari di geriatri, infermieri, assistenti sociali e/o altri professionisti)
- interventi multicomponente (dove i programmi combinavano uno o più elementi di intervento riconoscibili in un unico programma)
- terapia di stimolazione cognitiva/reminiscenza.
Per tale motivo è imprescindibile investire sul settore geriatrico, sia sulla formazione della disciplina, sia sulla costruzione di reti collaborative e modelli assistenziali geriatrici per anziani e familiari, sia infine sul riconoscimento, anche finanziario, del valore dell’assistenza geriatrica nel ritardare o evitare l’ingresso in RSA.